Il terzo e ultimo racconto ambientato nella Milano del primo novecento grazie ai ricordi degli incontri avuti con l’amico Peppino negli anni 70.
Come gli altri due è scritto nel nostro splendido dialetto brianzolo, leggermente diverso dal milanese, anche se le vicende a cui si fa riferimento si sono svolte a Milano.
Anche qui si parla di uno “scherzo” combinato da Peppino e la sua banda ai danni di chi gestiva il Gamba de lègn, il vecchio tram che all’inizio del ‘900 era in uso a Milano (e non solo).
Utilizzando una trombetta del tutto simile a quelle utilizzate dal manovratore simulavano la ripartenza del tram, anche se le operazioni non erano ancora concluse, fino a quando…
Ecco anche un piccolo appunto inviato dall’autore in merito alla lunghezza di alcuni suoi scritti:
So perfettamente che un racconto lungo non trova molto consenso di questi tempi, ma questo non limita la mia voglia di presentare, in maniera interessante ed anche divertente, quadretti storici di costume e di società, che ovviamente richiedono maggiore disponibilità di tempo e attenzione, ma di certo regalano maggior soddisfazione.
Un cordiale saluto.