Ho avuto occasione ultimamente di curiosare nella vita di San Gerardo dei Tintori, compatrono, insieme a San Giovanni Battista, della città di Monza, perché nell’ultima visita all’Oasi a lui dedicata, ora residenza di anziani e di un consorzio di cooperative sociali, mi è sorta spontanea una domanda: “Ma chi era questo sant’uomo e che cosa ha combinato di buono nella sua vita, a mia insaputa?”…
Mi sembrava davvero poco garbato passare saltuariamente in quella sede per corsi ed incontri senza nemmeno sapere chi fosse quel santo venerato.
Ed ero ancor più incuriosito perché ad un passo da lì, al di là del ponte cosiddetto di San Gerardino, che consente di attraversare il Lambro, aveva lo studio un noto pittore ed amico monzese, Riccardo Colombo.
Beh, San Gerardo dei Tintori, che deve il suo cognome molto probabilmente alla professione di famiglia, morì il 6 giugno del 1207 ed in occasione della annuale ricorrenza della sua dipartita per il cielo, vi sono grandi celebrazioni a Monza e non solo dal punto di vista religioso.
San Gerardo fondò proprio nella casa paterna, lì nei pressi del Lambro, nell’attuale Oasi a lui dedicata, un ospedale per i poveri, in accordo con la sua Congregazione e ne fu fino alla sua morte il “ministro”, cioè il direttore.
Salvò questo ospedale da una alluvione quando il fiume in piena esondò, e lui miracolosamente attraversò il fiume Lambro in piena sopra il suo mantello, ordinando alle acque impetuose di fermarsi sulla soglia dell’ospedale dei poveri.
San Gerardo viene generalmente rappresentato con un rametto di ciliegie, suo tradizionale attributo iconografico, perché, quale uomo di intensa preghiera, sostava spesso assorto nel duomo di Monza oltre l’orario consentito ed una volta promise ai custodi che se gli avessero concesso ancora un po’ di tempo per ultimare le sue preghiere, avrebbe ricambiato la cortesia con un cesto di ciliegie e così avvenne ed eravamo in pieno inverno.
Un altro dei miracoli a lui attribuiti è la moltiplicazione dei pani e del vino a favore dei poveri, in occasione di una grave carestia.
E’ per questo che, in occasione della festa, viene venduto il “michìn” (un pandolce) ed i biscotti di San Gerardo, in base ad una simpatica reinterpretazione, indubbiamente commerciale, degli ultimi anni.
In memoria del Santo e del suo Ospedale, la grande struttura ospedaliera di Monza è tuttora a lui intitolata.
Singolare ed affascinante è la deposizione della statua del santo, in occasione della festa, nelle acque del fiume Lambro in memoria del suo miracolo e per implorare la sua benedizione sulla città.
Agli inizi del secolo scorso, dalla Brianza erano frequenti i pellegrinaggi sulla tomba del santo, a cui erano dedicate parecchie chiese della Lombardia.