In questo testo c’è ancora Giorgio di mezzo.
“I ricordi di un bambino ora sessantenne, raccontati in diretta. In questo caso un tassista, i ritmi quotidiani della vita di paese, la realtà agricola del tempo… un incidente, la gente, il medico, l’ospedale e un simpaticissimo finale.
Questo racconto non ha la versione italiana, perché gli autori non la ritengono necessaria e invitano ad assaporare la purezza e la bellezza della lingua madre, il dialetto di quegli anni, con tutta la sua energia e la sua pregnanza.
Il piacere delle lettura, della immedesimazione e del divertimento.