Da qualche tempo la nostra Associazione è impegnata in un lavoro di censimento delle icone, statue, dipinti o altro che hanno rappresentato e rappresentano tuttora i cosiddetti “Segni del Sacro” su tutto il nostro territorio.
Era un obiettivo ed un desiderio già espresso diversi anni fa al nostro interno ma mai seriamente affrontato.
Se ne parlava ma spaventava la gran mole di lavoro necessaria a svilupparlo e che si andava a sommare alle tante iniziative in corso.
Ma come spesso accade l’occasione capita.
Ed è quanto è successo stavolta.
Quest’idea viene proposta all’interno del PLIS dei Colli Briantei anche e soprattutto sotto la spinta di Paolo Cazzaniga, vero appassionato di ricerca della storia locale.
Un lavoro cooperativo
La proposta prevede questo lavoro di ricerca in tutti i Comuni che fanno parte del PLIS: Arcore, Usmate Velate, Camparada e per l’appunto Casatenovo, dove noi ci proponiamo senza indugi, consapevoli delle difficoltà ma assolutamente determinati a portarlo a termine.
I nostri compagni di viaggio sono ASCA di Camparada, Natura e Arte di Arcore, Paolo Cazzaniga con il suo blog scoprilabrianzatuttoattaccato per il Comune di Usmate Velate con il coordinamento del PLIS dei Colli Briantei.
E’ stato condiviso il metodo e lo schema per la raccolta delle informazioni e la loro catalogazione, prima sul campo e poi su carta ed infine sul sito dedicato.
Seguiranno poi altre modalità per far conoscere e sviluppare questo lavoro ma saranno valutate di volta in volta in funzione anche delle eventuali opportunità che si presenteranno, compatibilmente con le risorse economiche a disposizione.
Lavori in corso…
Sono ormai prossime le prime manifestazioni che daranno rilievo al lavoro fatto ma su queste iniziative torneremo più avanti con i programmi più dettagliati. Intanto è già stata fatta una prima presentazione con successo a Usmate Velate proprio a cura di Paolo.
Da parte nostra, alcune delle schede più rappresentative, riguardanti la nostra attività ed i nostri resoconti, saranno pubblicati sul nostro sito ed una sintesi cartacea sarà consegnata anche alle Parrocchie casatesi, per il loro archivio.
Facciamo il punto
E noi a che punto siamo?
Direi sicuramente ad un buon punto.
Premetto che il nostro è il Comune con la presenza più numerosa di queste testimonianze.
Alla fine arriveremo a sfiorare le 200 segnalazioni, superiori alla somma degli altri tre comuni messi insieme, senza contare la particolare estensione del nostro territorio con le decine di corti e cascine che li custodiscono, talvolta facili da trovare, altre volte purtroppo un po’ più nascosti e rintracciabili solo con l’aiuto di qualcuno, di tanta pazienza e tenacia.
Abbiamo suddiviso il territorio in cinque aree coincidenti con le cinque parrocchie casatesi.
Abbiamo sostanzialmente terminato Valaperta/Rimoldo e quasi completato Galgiana/Cassina de’ Bracchi e Casatenovo.
Nelle prossime settimane inizieremo Rogoredo e Campofiorenzo.
A Casatenovo è stato ed è tuttora prezioso il contributo di Aldo Villa che, insieme al sottoscritto, sta battendo palmo a palmo il paese, alla ricerca dei segni e soprattutto di qualcuno che possa dare le informazioni necessarie.
Prezioso anche il contributo dei nostri amici fotografi dell’AFCB che mi accompagnano per il necessario e fondamentale rilievo fotografico e non solo (dimensioni, valutazione sui materiali, ecc.).
Madonna del Carmelo
A Torriggia troviamo uno dei primi affreschi di una certa importanza: La Madonna del Carmelo che, come certamente è noto è la patrona di Casatenovo.
La sua festa cade il 16 luglio (la famosa ”terza de lȕj”) che ancora oggi scandisce l’anno che passa.
Il dipinto è molto antico, probabilmente di inizio ‘800, è protetto con una tettoia ma il degrado è comunque inarrestabile e i segni del tempo si leggono tutti.
L’immagine è quella classica, con il Bambino in braccio e l’abitino (o scapolare) nell’altra mano.
Per chi non è di Casatenovo Centro (mi ci metto anch’io), non è così scontato conoscerne la storia.
La raccontiamo nelle nostre schede e risale addirittura al 1251.
Un’altra rappresentazione della Madonna del Carmelo la troviamo vicino al Cimitero in Via Misericordia, accompagnata stavolta anche da alcuni ex-voto.
Anche in questo caso il dipinto, molto antico, necessiterebbe di un buon restauro.
Un curioso collegamento
Una curiosità legata in maniera indiretta alla Madonna del Carmelo la troviamo anche sul piazzale della Chiesa Parrocchiale, con una formella posta in prossimità dell’ingresso della Casa Parrocchiale, che raffigura la Madonna di Boccadirio.
Vi chiederete chi è e perché si lega alla Madonna del Carmelo.
Da una ricerca fatta, questa Madonna è apparsa in una località in provincia di Bologna, che poi ha preso il nome di Bocca di Rio, a due bambini di 10 anni, Donato e Cornelia, esattamente il 16 luglio (del 1480) e da allora si festeggia esattamente nello stesso giorno di quella del Carmine.
Forse quindi non è a Casatenovo per caso.
Sicuramente chi l’ha messa ne conosceva il collegamento.
Giobbe, Sant’Antonio Abate e San Sebastiano
Giobbe era considerato il protettore dei bachi da seta e quindi di rilevanza fondamentale per l’economia di molti decenni.
Viene raffigurato seduto su un mucchio di letame, dal suo corpo pieno di piaghe escono dei vermi che nella leggenda brianzola diventano bozzoli e sono presenti sulla pianta di gelso che solitamente è sopra il corpo di Giobbe.
San Sebastiano rappresentato mentre viene trafitto da frecce era invocato a protezione degli animali, soprattutto in occasione di malattie infettive.
Sant’Antonio Abate, noto anche come “S .Antoni del purcell” era invece il protettore degli animali di allevamento.
Insomma, tutte figure molto importanti nella devozione contadina brianzola e decisive per la sopravvivenza economica delle famiglie.
Si pregavano per evitare la malattia di una mucca o la morte dei bachi che potevano portare le famiglie interessate ad una situazione drammatica.
Per questo motivo, spesso, i cosiddetti pittori di strada effettuavano dipinti nelle stalle o sulle case con loro rappresentazioni.
Molte opere sono andate perdute nel tempo ma qualcuna l’abbiamo rintracciata.
Il più gettonato sembra proprio Giobbe.
Lo abbiamo trovato in Corte dei Penatt: l’unico dipinto in cui è solo. Purtroppo, l’immagine si sta degradando fortemente e si riconoscono a fatica le sue caratteristiche.
Un Giobbe che non è (più) Giobbe
Lo troviamo, invece, con S.Sebastiano a Crotta dove è da notare, purtroppo, come, dopo il restauro, il Giobbe di Crotta abbia perso le sue caratteristiche basilari, come racconta nella scheda Aldo Villa, proveniente proprio da questa Cascina:
La figura a destra dovrebbe rappresentare Giobbe perché così era prima del restauro, ma del Giobbe originario sono spariti il letame su cui sedeva, le piaghe purulenti da cui uscivano i vermi, il viso e il corpo sofferenti.
La restauratrice, molto probabilmente all’oscuro della tradizione religiosa riferita a Giobbe, ha abbellito l’immagine dipingendo un giovane robusto, a torso nudo, con un panno marrone legato in vita, seduto su sassi da cui spuntano cespugli e erbe; ha lunghi capelli e barba marrone; si appoggia ad un bastone ricurvo con la mano sinistra, tiene la destra sul petto; lo sguardo fiducioso e sorridente è rivolto verso la Vergine.
Alle sue spalle, un tronco spoglio e con i rami tagliati sostituisce l’originario gelso.
Con sorpresa l’abbiamo scoperto anche alla Cascina Colombina, ancora con S. Sebastiano.
Nonostante un rimaneggiamento e una scrostatura, che toglie un pezzo dell’immagine di Giobbe e fa intravvedere un’altra immagine sottostante l’attuale dipinto (comunque datato 1908), l’immagine è molto ricca.
Mostra anche una Madonna con Bambino ed una Chiesa che parrebbe essere il Santuario di Caravaggio.
Molti più dettagli si potranno leggere sulla scheda appositamente preparata da Aldo.
I due Giobbe più “famosi”
In altri due dipinti, probabilmente i più noti Giobbe del casatese, lo troviamo in compagnia di S. Antonio Abate.
Il primo è a Cascina Verdura, sotto il portico di Pasquale: una splendida composizione, purtroppo un po’ monca sul lato sinistro per via di una porta di accesso fatta successivamente.
Giobbe è seduto sul letame, col gelso sopra la testa e Sant’Antonio, con la sua classica simbologia che vede il maiale vicino ai piedi, un bastone con il campanellino da una parte ed il fuoco nell’altra, a ricordare che lui è quello del “Fuoco di Sant’Antonio” protettore anche di coloro che contraggono questa malattia.
L’altra immagine, per la verità un trittico, la troviamo alla Cascina Porrinetti: Giobbe a sinistra e Sant’Antonio a destra, in due splendide riproduzioni, perfettamente in linea con le immagini dei nostri Santi.
In mezzo una Madonna un po’ ricercata: la Madonna della Basella.